DOMENICA 13 SETTEMBRE alle ore 11:00 il Convegno “La Cultura del Dialogo”
Vi presentiamo i #relatori che saranno con noi:
Mohamed Ba. E’ nato a Dakar, in Senegal. Mediatore e animatore culturale, attore, registra, scrittore. Un rappresentante della nuova generazione artistica italiana. Con i suoi spettacoli di teatro civile (tra i vari Paroles de Negre, Incazzato Bianco, Invisibili, Il riscatto) e il romanzo “Il tempo dalla mia parte” è promotore della cultura africana in Italia e portavoce dei diritti dell’uomo e delle esperienze die migranti.Di se stesso dice “Mi sento portatore di valori, di culture e tradizioni che non necessariamente somigliano con i valori e le tradizioni italiani e cerco di costruire un ponte che colleghi il meglio di quello che determina il mio essere africano prima, senegaliano poi con il meglio che il territorio che mi ospita mi offre.
Provo a farlo con passione, determinazione, professionalità. Il mondo di oggi, cosi com’è non va bene e c’è la necessità di rispolverare i vecchi stili di vita che ci hanno permesso di superare i duri tempi di guerre e conquiste. La crisi che ci annebbia la mente non è solo economica, è anche etica, morale e religiosa.”
p. Vitale Vitali, presidente e fondatore di GMA. Anima storica dell’associazione.
Luis Badilla Morales, medico chirurgo di formazione, giornalista di professione, cileno d’origine, dal 1978 si occupa di giornalismo per il Vaticano ed oggi è consulente del Direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Direttore del blog “Il sismografo”.
Abba Mussie Zerai, Candidato al premio nobel per la pace 2015, noto per il suo lavoro al fianco dei profughi. Don Mussie Zerai, 40 anni, eritreo di nascita, in Italia da 23 e pendolare con la Svizzera dal 2011 (da quando gli è stato chiesto di seguire 14 comunità eritree sparse in vari Cantoni). È grazie a lui, ai suoi appelli, alle sue segnalazioni dopo avere ricevuto gli Sos dal mare, che decine di migliaia di migranti, in particolare eritrei, etiopi e sudanesi, hanno potuto evitare la morte in quel Mediterraneo in cui si stima che abbiano perso la vita almeno 20mila persone, in fuga dalle persecuzioni in Africa e dalle guerre in Afghanistan prima, in Siria e Iraq oggi.
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