La microfinanza è l’offerta di servizi finanziari a favore di segmenti di popolazione che, per dimensione economica modesta, per le caratteristiche di reddito o per difficoltà di comunicazione, sono difficili da servire da parte del mondo bancario tradizionale. Talvolta, si tratta di iniziative autoorganizzate dagli utilizzatori, spesso organizzati in gruppo.
Donne di uno stesso villaggio si associano in forma spontanea, si ritrovano periodicamente per delineare quella che sarà la loro attività comune, iniziando da qualcosa di molto semplice (ad esempio, la filatura del cotone per la preparazione dei tipici scialli locali). In questi momenti di scambio di idee sul futuro del loro gruppo, le donne iniziano a raccogliere i propri risparmi in un fondo comune e stabiliscono regole precise per la gestione dell’attività del risparmio e la successiva attività di credito, con costituzione di un comitato elettivo di credito.
All’interno del gruppo vengono poi selezionate alcune che si occuperanno in modo specifico della gestione.
Il passo più importante è costituito dalla raccolta del risparmio presso le donne che formano il gruppo. Questo è il primo segnale dell’impegno che esse hanno preso. Le donne si incontrano settimanalmente e versano ciascuna una piccola somma di denaro. Successivamente, l’associazione integra quanto raccolto con una somma, modesta, parametrata al numero di donne partecipanti. L’insieme di questo contributo e dei risparmi costituisce la base per l’attività del prestito: ciascuna donna può presentare domanda di finanziamento al comitato dei credito per realizzare la propria attività che viene valutata in termini di sostenibilità (dal punto di vista economico e di capacità gestionale di chi la vuole intraprendere). Qualora l’esito sia positivo, viene erogato il prestito.
Vengono poi stabiliti dei gruppi di interesse per ambito di attività (ad esempio, allevamento, artigianato, piccolo commercio,…) che possono essere seguiti con formazione specifica sull’attività in questione.
Per ogni somma ottenuta a prestito, necessaria ad avviare le diverse attività, le donne devono rimborsare una quota a settimana con una percentuale di interesse. I tempi per rifondere il credito variano da un anno a sei mesi.
Le donne scelgono poi due responsabili (che si controllano reciprocamente), esterni al gruppo stesso, che terranno i contatti con la banca per depositi e prelevamenti.
Una volta formato ed avviato il gruppo di risparmio e credito, si fa leva sulla coesione del gruppo stesso per avviare altre attività comuni con implicazioni economiche (ad esempio, la gestione di un mulino) o sociali (ad esempio, formazione), anche a vantaggio dell’intero villaggio (ad esempio, protezioni delle sorgenti).
Lo schema risparmio-credito rafforza e migliora dunque considerevolmente la situazione delle donne attraverso l’aumento del loro reddito familiare ed il controllo che loro stesse potranno effettuare su tale reddito. Tutto il villaggio beneficia di questo fermento partecipando alle scelte del gruppo, traendo beneficio dalle entrate delle attività e motivandosi a seguire l’esempio rappresentato dal gruppo.
Maria si trova ora in Etiopia per la sua missione insieme a Laura Viganò, Davide e Veronica, quest’ultimi collaboratore e studentessa dell’Università di Bergamo.
Insieme a Tamre incontrano tutte le socie del villaggio di Jole e alcune di loro raccontano la propria esperienza:
Qui le immagini dell’incontro di Maria con le donne del villaggio.
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