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Gurumo: cambiare è possibile

Cambiare è possibile. Non sempre l’esclusione e il conflitto sociale degenerano, ci sono storie che dimostrano che l’inclusione e la promozione dei diritti sono possibili, partendo da storie molto semplici.

Quando noi pensiamo al villaggio di Gurumo, in Etiopia, spontaneamente nasce un sorriso, perché ricordiamo le condizioni di vita della gente, quando conoscemmo le prime famiglie, circa 8 anni fa, e vediamo oggi i loro sorrisi quando le incontriamo nel villaggio. Quante cose sono cambiate.

Ma da dove nasce la povertà del villaggio di Gurumo?

Nel Wolaita, nel Sud dell’Etiopia dove opera GMA, i fugà, artigiani tradizionalmente associati alla ceramica, al cuoio e alla metallurgia, vivono ancora oggi ai margini dell’ordine sociale. La loro condizione non deriva dalla povertà in sé, ma da uno stigma ereditario: un sistema di status quasi “castale” che considera impure alcune occupazioni e le persone che le praticano. Questo marchio di “impurità” si trasmette per nascita, limita i matrimoni con altri gruppi, restringe l’accesso alla terra e alle reti di protezione comunitarie. Di conseguenza, i fugà restano spesso confinati in insediamenti separati, con scarse opportunità di accesso a diritti e servizi.

Il risultato è una povertà che non nasce solo dalla mancanza di denaro, ma soprattutto dall’isolamento. Se non puoi accedere a buoni lavori, se non puoi sposare liberamente, se non sei accolto pienamente nella comunità, la tua voce resta ai margini e la discriminazione si trasmette di generazione in generazione.

Il problema dell’istruzione è cruciale. Sulla carta, la scuola è la principale opportunità di crescita e inclusione. In pratica, molti bambini fugà incontrano ostacoli fin dall’ingresso: povertà materiale (uniformi, quaderni, tasse informali), distanza dagli edifici scolastici, bisogno di lavoro domestico o artigianale, ma anche bullismo, umiliazioni causano l’esclusione dei bambini dalla scuola pubblica.

Ma proprio da qui parte l’inversione di marcia, resa possibile da voi, con il vostro aiuto. Anni fa andare a scuola era impossibile, la scuola del villaggio non è molto distante, ma nessun bambino della comunità la frequentava, le madri, anch’esse analfabete, non avevano alcun buon motivo per motivarli. Oggi, dopo aver avviato l’alfabetizzazione in gruppo per qualche anno con mamme e bambini, e dopo aver osservato i primi risultati della scolarizzazione e visto i primi bambini andare alla scuola pubblica, l’entusiasmo è cresciuto. I primi bambini andati a scuola si stanno distinguendo per bravura e intraprendenza… sono dei piccoli paladini della loro comunità!

Ora è necessario un passaggio importante: la scuola pubblica del villaggio non ha spazi a sufficienza per accogliere tutti i bambini e quindi è necessario costruire un nuovo blocco scolastico dove bambini di ogni gruppo sociale potranno studiare in spazi luminosi, puliti e accoglienti.

La scuola è quasi completa, presto i bambini avranno nuove aule, nuovi banchi, libri per studiare… e finalmente nuovi amici . Conosceranno un mondo nuovo, fuori dalla loro comunità e saranno proprio loro a testimoniare che lo sviluppo e l’inclusione sono possibili, quando si crede gli uni negli altri.

Sostenere l’educazione dei fugà significa rompere un circolo di esclusione che dura da secoli. Significa dare a una bambina o a un bambino la possibilità di studiare, sentirsi accettato e, un giorno, trasformare la propria comunità dall’interno.

Ogni mattone scolastico, ogni banco, ogni bambino formato sono il primo passo verso un domani in cui nessuno sarà giudicato per la sua origine, ma valorizzato per il suo talento. Proprio come sta succedendo ora ai bambini di Gurumo.