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Giornata Mondiale contro le MGF

Il 6 febbraio è la Giornata contro le mutilazioni genitali femminili, un fenomeno che riguarda tristemente anche il Corno d’Africa. Questa pratica, effettuata principalmente su bambine tra i 4 e i 15 anni, causa problemi di salute quali sanguinamenti, cisti, difficoltà urinarie, infezioni, complicazioni durante il parto e rischi maggiori di aborti, oltre a danni psicologici difficili da cancellare.

Nello specifico, in Etiopia il 74% delle donne ha subito mutilazioni genitali, 3 bambine su 4 sono circoncise e l’età media dei matrimoni per le ragazze è di 15 anni. Nel 2004 è stata emanata una legge contro questa pratica, “ma purtroppo non basta una legge a garantire lo stop a queste pratiche che vengono effettuate per la maggior parte clandestinamente“. Una convenzione sociale difficile da scardinare: le mutilazioni genitali femminili sono tuttora viste nelle zone rurali come un rito obbligatorio che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta, e prepara la donna (ancora bambina) al matrimonio e alla vita sessuale. Non c’è una motivazione religiosa alla base di questa pratica, solo difficoltà ad abbandonare usanze perpetrate per anni e che creano un senso di appartenenza alla comunità. 

C’è un solo modo per contrastare tutto ciò: l’istruzione. Solo promuovendo confronto e autonomia economica delle donne, ed eliminando le differenze di genere contribuiremo a ridurre questa tragica usanza. Le cooperative e la costruzione di scuole sono importanti anche e soprattutto per questo: rendono le donne indipendenti e promotrici di cambiamento attraverso la formazione e l’istruzione.