Cerca

News

Report tematici sull’acqua

Nell’ambito del progetto “Blue Communities, sono stati realizzati dei report tematici sull’acqua.

Water grabbing è un’espressione composta dal sostantivo water, “acqua” e dal verbo to grab che significa “accaparrarsi, conquistare, prendere, invadere”. In italiano possiamo tradurre letteralmente questa espressione come appropriazione, accaparramento, conquista, o furto dell’acqua.

Il fenomeno del Water Grabbing si riferisce infatti a situazioni in cui pochi attori influenti, pubblici o privati, come grandi aziende, grandi proprietari terrieri, enti pubblici o imprese multinazionali, prendono il controllo delle risorse idriche modificando la loro gestione e il loro utilizzo a proprio vantaggio, con ripercussioni negative sull’accesso all’acqua da parte della comunità locale e sull’ecosistema da cui la comunità dipende.

Water grabbing è qualsiasi situazione in cui attori statali e non statali, soli o insieme, privano le popolazioni del diritto all’acqua.

L’acqua è una fonte di vita fondamentale, senza la quale la sopravvivenza degli esseri viventi sul pianeta sarebbe impossibile.
In quanto essenziale alla vita e alla salute, l’acqua è un diritto di ogni essere vivente. Ciononostante, stiamo assistendo ad una gravissima crisi idrica globale e i fenomeni di scarsità d’acqua stanno aumentando in tutto il mondo, causati dalle attività antropiche e da un modello di sviluppo avido, che inquina e si appropria delle risorse idriche. In molti luoghi, l’acqua è considerata un bene che può essere comprato, venduto e scambiato come qualsiasi altra risorsa.

L’agricoltura industriale e l’industria estrattiva (settore minerario, petrolchimico, energetico) sono tra le cause principali della crisi idrica e della violazione del diritto umano all’acqua.

Una delle attività umane più impattanti sull’acqua, sul clima e sugli ecosistemi è la produzione del cibo e la sua distribuzione.
Il sistema alimentare industriale, basato sull’agricoltura intensiva, sulle monocolture e sull’utilizzo di sostanze chimiche nocive, è responsabile del deterioramento di ciò che mangiamo e dell’acqua che beviamo. L’agricoltura industriale mette a rischio la nostra salute e quella dell’ambiente.

I cambiamenti climatici, la crisi idrica ed ecologica richiedono un’urgente trasformazione del modello di sviluppo e di produzione, come anche dei comportamenti individuali e collettivi all’interno della società.

Le nuove generazioni possono avere un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nel cambiamento di questi modelli.

La qualità del cibo è strettamente connessa allo stato di salute del suolo, dell’aria, dell’acqua, degli ecosistemi e della loro biodiversità.

Purtroppo, la presenza ormai diffusa di sostanze tossiche nell’ambiente sta portando al degrado progressivo del nostro habitat e delle riserve idriche mondiali. L’agricoltura industriale risulta essere una delle prime cause di contaminazione ambientale e idrica di natura umana.

Il sistema alimentare industriale, basato su un’agricoltura intensiva, sulle monocolture e sull’utilizzo di sostanze chimiche nocive, è infatti responsabile del deterioramento del cibo che mangiamo e degli ecosistemi da cui dipendiamo.

“Mi sono chiesta, a chi appartiene l’acqua e chi sta prendendo decisioni su questa preziosissima risorsa? Io ho sempre ritenuto che l’acqua appartenesse a tutti noi. Questo poco prima di scoprire come il mondo stia pian piano perdendo le proprie risorse idriche e che un piccolo numero di compagnie private e di enormi interessi economici stavano cercando di appropriarsi dell’acqua e fare profitti proprio dalla sua crescente scarsità”. 

Maude Barlow, 2019. – Whose water is it, anyway?  

Le Blue Communities rappresentano un importante esempio di come possiamo unire le nostre forze per difendere l’acqua nel nostro territorio e nel mondo. Ma cosa sono le Blue Communities? E a cosa servono?