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Storia di un bambino di strada.

JAHA

Ciao, mi chiamo Jaha, credo..

Ho 8 anni e non so da dove vengo.

Il mio papà non l’ho mai visto, non so bene cosa sia un papà, però sento che mi manca. I miei fratelli sono andati in guerra, dovevano tornare ma poi io non li ho più visti..

La mia mamma si è addormenta per sempre una notte di qualche tempo fa, eravamo rimasti io e lei. Era malata, mi prendevo io cura di lei. Eravamo una bellissima squadra noi due.

Anche lei mi manca tanto, la penso spesso ed è ancora la mia guida.

Ora sono solo.

Io le mie giornate le passo a camminare, non so bene dove vado, però cammino.

Cammino e a volte corro, corro fortissimo perché ho paura.

Ho paura di essere preso da quei signori alti e brutti che mi toccavano dove meno avrei voluto, non so che cosa volessero da me, sono solo un bambino..

Avevo paura, quindi sono scappato.

Ho corso tantissimo, ogni giorno per non so quanti giorni.

Fino a che non ce l’ho più fatta. Le mie gambe non funzionavano più e la mia pancia si contorceva, avevo male.

Allora non ho più corso.

Mi sono rannicchiato a terra, tremavo, urlavo, piangevo.

Poi non ho avuto più le forze neanche per piangere, neanche per tremare.

 

Mi sono addormentato. Durante quell’oblio nel sonno, intravidi una luce. Stavo sognando molto probabilmente. Era opaca, fuggente. Ma c’era.

Cosi, nonostante il dolore, la stanchezza e il senso di vuoto, decisi che avrei rincorso quella luce. Il buio era spaventoso, e la luce un po più accogliente, ogni volta che mi avvicinavo di più.

Di colpo mi alzai, sudato, stordito ma stranamente speranzoso. Questo totale cambio di energia mi ha dato forza, e mi sono detto, voglio rincorrere la mia Luce.

Mentre venivo risucchiato dall’abbandono delle strade, una macchina si fermò a qualche metro da me. Iniziai a provare un misto di paura, soffocamento e grandissima voglia di scappare, ma stranamente mi fermai. C’era questa nuova sensazione quasi vicina alla sicurezza. Respirai profondamente e decisi di affrontare il mio destino. Dalla macchina uscirono due persone, un uomo e una donna, che avevano un aspetto tutto fuorché minaccioso. Emanavano fiducia e conforto. Ma arretrai comunque, non riuscivo a fidarmi.  Mi si avvicinò prima la signora e dolcemente mi disse: Voglio aiutarti, non ti farò del male. Incredulo e scettico, mi spostai per non essere più il baricentro delle sue attenzioni. Continuò comunque con il suo discorso: Siamo un centro per bambini per strada, che si trova due villaggi più in là e aiutiamo i ragazzini e bambini ad avere una vita diversa da quella delle strade. Non ti costringiamo a venire, ma puoi fare un salto per venire a vedere chi siamo e cosa facciamo, e poi scegli tu. Mi congedò sorridendo e sparì com’era arrivata nella sua grande macchina.

Fui pervaso da un ciclone di pensieri, dubbi e domande finché non mi ritrovai con il mal di testa. Ma dovevo provarci, non avevo molto da perdere. L’indomani, mi alzai molto presto e decisi di andare a vedere questo posto. Dopo diversi faticosi chilometri, raggiunsi la mia meta.

Era un posto molto popolato da bambini come me che facevano attività nettamente diverse da quelle che la legge delle strade imponeva. Osservavo scrupolosamente questo nuovo mondo, e una voce ormai famigliare mi riportò alla realtà. Era la signora della macchina. Sorrisi timidamente e tra me e me mormorai: Intravedo alcuni raggi della mia Luce.